Quando un logo non basta!
Uhm! Allora sorge spontanio domandarsi: di quale mercato stiamo parlando a Scicli? Di agricoltura? Turismo? Servizi? A noi sembra che questo paese non abbia ancora definito in maniera chiara ed inequivocabile la sua vocazione. Turistica, forse, per le risorse culturali e territoriali, non di certo per le politiche avviate e i servizi offerti. Con poco meno di 20 b&b e tre ristoranti, non possiamo definirci la Taormina della Provincia di Ragusa. Domanda e offerta, sono legate, vanno di pari passo. E, in ogni mercato che si rispetti, molto spesso, è l'offerta che crea la domanda.
Scicli, prima di darsi un logo, caro amministratore, ha bisogno di capire, fino in fondo, qual'è la sua vocazione. E se questa è turistica, di costruire un rete di servizi, di formare i giovani su questo settore, di formulare un piano strategico ed operativo che definisca bene i mezzi e gli obiettivi per sviluppare un seria e solida industria del turismo.
Marebarocco è il payoff che accompagna il marchio turistico di Scicli. Il logo è una porta stilizzata che si affaccia sul Mediterraneo. Questo marchio, concepito dalla mente illuminata di un ex assessore, allora allo sviluppo, si pone come obiettivo quello di promuovere il nostro territorio a livello nazionale e internazionale. Bella l' idea e anche il logo. Non vogliamo, certamente, mortificare il lavoro estenuante di concettualizzazione del signor marchio. Però, ci sorgono seri dubbi sulla sua funzione e del perchè nasce. Se si fa una ricerca su internet si scopre che un marchio è definito come una specifica relazione istituita in un dato mercato tra una determinata domanda, una determinata offerta e una determinata concorrenza. Il marchio può essere allora visto come una variabile multidimensionale che contiene non solo gli aspetti distintivi ma anche la storia dell'impresa, l'esperienza maturata dai consumatori verso il brand, il livello di notorietà, le aspettative dei potenziali acquirenti. Relazione istituita in un dato mercato ed esperienza maturata verso il brand, quindi, sono le parole chiavi qui.
Uhm! Allora sorge spontanio domandarsi: di quale mercato stiamo parlando a Scicli? Di agricoltura? Turismo? Servizi? A noi sembra che questo paese non abbia ancora definito in maniera chiara ed inequivocabile la sua vocazione. Turistica, forse, per le risorse culturali e territoriali, non di certo per le politiche avviate e i servizi offerti. Con poco meno di 20 b&b e tre ristoranti, non possiamo definirci la Taormina della Provincia di Ragusa. Domanda e offerta, sono legate, vanno di pari passo. E, in ogni mercato che si rispetti, molto spesso, è l'offerta che crea la domanda.
Scicli, prima di darsi un logo, caro amministratore, ha bisogno di capire, fino in fondo, qual'è la sua vocazione. E se questa è turistica, di costruire un rete di servizi, di formare i giovani su questo settore, di formulare un piano strategico ed operativo che definisca bene i mezzi e gli obiettivi per sviluppare un seria e solida industria del turismo.
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